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IL MIO PRIMO IROMAN "REGENSBURG" 01.08.2010


Sentivo parlare di questa gara da Piera, una mia amica: nuotare 3,8 km , pedalare in bici per 180 km e poi correre a piedi 42 km. Il mio primo passo è stato tesserarmi con i 33TT ed il secondo accettare la richiesta fatta per telefono da Piera di iscrivermi all'Iroman di Regensburg.
Non sapevo nuotare, però l'idea non mi ha mai lasciato. A Novembre comincio i corsi "allenamenti" di nuoto con i 33tt in piscina e fino al 1 Agosto 2010 due volte in settimana ero presente .
Fra i mille impegni di lavoro e famiglia, ho "deciso": «ho 48 anni e prima che la vecchiaia imponga la sua realtà, voglio provarci». Ho cominciato con l'intenzione di andare durante la settimana 2 volte in piscina, uscire almeno 3 volte in bici a andare a correre 2 volte.
Il gruppo 33TT organizza un'uscita al lago di Lavarone. Prima il nuoto, con due giri del lago con la muta , poi bici 40km e corsa 20km. Dopo lo sforzo abbiamo fatto una bracciolata con anche le famiglie. È stato bello e li per la prima volta ho messo la muta comperata per l'occasione.
Avevo dei problemi di salute e non potevo dedicarmi come volevo per cui sono stata costantemente assillata dal pensiero (paura) che sarebbe stato meglio rinunciare. Ogni volta però ricordavo che l'età avanza e ciò mi stimolava ad andare fino in fondo.
Ho fatto ancora un paio di prove al lago di Tenno con Ale. Due giri di nuoto , 70km in bici da corsa e 10 km a piedi. Da sola mi sono fatta dei lunghi di corsa 30km e dei lunghi in bici 130km. Mi sentivo decisa anche perché Max aveva scommesso che io non ci sarei stata alla partenza; questo un mese prima della gara. Decido di comperarmi gli occhialini tecnici, le prolunghe per la bici e i pantaloncini da triathlon.
Ed eccomi pronta per affrontare l'«IRONMAN». Due settimane prima della partenza ho dovuto fermarmi con gli allenamenti perché il mio fisico ha ceduto. Ero a pezzi mentalmente e fisicamente.
Il 29 Luglio era compleanno di Max e ci siamo trovati tutti nella sua stube a festeggiare e li si parlava della gara; mi sentivo coinvolta e dentro di me dicevo «almeno il nuoto lo faccio». Riccardo il sabato prima è capitato a casa mia e mi ha visto distrutta; mi pregava di non farlo. Per paura lui e Tiziana si sono presi 2 giorni e sono venuti a Regensburg a farmi assistenza . Tutti sapevano che facevo solo il nuoto.
Solo Max mi ha detto «tranquilla hai toccato il fondo e vedrai che per l'1 Agosto sarai in forma per finirla».
Il 31.07.2010 partiamo con il mio furgone e la tenda, io, Ale, Silvia e Andrea. Silvia, mia figlia, ha voluto esser presente perché sapeva come stavo. Arrivati al campeggio tutti ci aspettavano; erano la da 2 giorni . I ragazzi montano la tenda e noi subito siamo andati con Gessica in bici a prendere i numeri, pacchi gara ecc. per poi preparare le sacche per i vari sport e consegnare la bici al lago.
Il lago, dove c'era la partenza, era a 25 minuti in pulman dal campeggio. Arrivati la, io, Ale, Piera, Gessica, Stefano, Luigi, Giuseppe , Claudio e Max incrociamo Mariano (il quale vecchio di esperienza ci dava tutti i consigli). Consegna tutto, fai le varie verifiche e via di ritorno in città per mangiare un piatto di spaghetti assieme a Silvia e Andrea incrociati in centro.
Ritornati in campeggio, tutti a nanna e sveglia alle 4 per poter prendere il pullman e andare alla partenza . Per fortuna Damiano e Riccardo, i nostri fans, ci hanno accompagnato al pullman. Durante la notte il tempo sembra non passare per la paura che non mi permette di dormire. Avevo paura ma allo stesso tempo mi rendo conto di avere l'adrenalina alle stelle:«Dopo solo un anno il sogno si avvera e non mi sembra vero!!». Arriviamo alla partenza alle sei, guardo in fondo alla mia sinistra e sento tutto il corpo paralizzato, non mi sento di parlare, non sto neanche respirando. Sono in uno stato di panico totale: vedo il percorso nel lago segnato dalle boe gialle, un giro di 1,9 km e la mia testa sta gridando: «dovrei nuotare due volte quella distanza?! Impossibile!! Forse sono stata veramente sciocca… una cosa del genere solo con i sogni… ci vuole molto più allenamento!!» Mesi di entusiasmo crescente svaniti. «Che faccio? Mi ritiro? Ma cosa dirò ai miei amici? È una cosa non finire la gara per qualche difficoltà, ma come posso ritornare dicendo che non ho neanche affrontato la partenza? Potrei inventare qualche scusa per giustificarmi, però potrei io stessa accettarla? No, dopo tutto non mi posso ritirare, devo almeno provare!».
Approfitto per ricontrollare (3 volte) la bici e le borse ( 1 per il lago, 1 per la bici, 1 per la corsa, 1 per il dopo-gara), cercando di illudermi e rassicurarmi che tutto sia pronto e che quindi tutto andrà bene. Sono cosciente di non sapere nuotare bene e sento di non essere in grado di finire quel giro. A questo punto quello che mi spinge a proseguire sono gli amici: ripeto più volte a me stessa ciò che ho sempre predicato a loro, «l'avversario vero non sono gli altri, ma te stesso. Affronta e supera la paura». Mi chiedo se questa volta forse ho esagerato..
Uno, fissandomi nello sguardo, mi chiede quante volte ho fatto l'ironman: «Questo è il mio primo triathlon» rispondo. «Stai scherzando??» mi chiede sbalordito; «No» rispondo. «Ma perché hai scelto Regensburg? » «Perché è abbastanza vicino all'Italia e cade in un periodo in cui posso allontanarmi dal lavoro». Senza altre parole si gira dall'altra parte ed intuisco che è imbarazzante per lui parlare con una così ingenua.
Non sono ancora sicura di entrare in acqua (figuriamoci uscirne!) e già parlano del percorso in bici. Decido di non parlare più con nessuno.
Finalmente ci siamo. Tocco l'acqua e sembra freddina. Mi dicono che alla partenza sembra d'essere dentro una lavatrice, quindi sto cercando un posto in fondo, dietro tutti. Mi riipeto spesso: «Non pensare, devi solo non perdere di vista la prossima boa e fare una bracciata alla volta fin quando arrivo». Sono quasi le 7:00». «ATTENTION! 10 ------- 3 - 2 - 1 - BOOM!!». GRIDO AI MIEI AMICI DEL 33 TT «dai via tutti nella mischia!! » e parto dietro di me Ale, Piera e Gessica; cerco di partire ma due mi superano dal sopra. 5 minuti di caos ma non avevo paura, ero felice. Sentivo una corrente strana che mi portava dove voleva lei. Per quelli che nuotano bene sicuramente questa corrente non è considerata «forte», ma per me che vengo dalla piscina, è una vera sfida cercare di mantenere la direzione. Cerco di non pensare troppo. Finalmente mi accorgo che sto per arrivare alla spiaggia 1ora e 38 esco dall'acqua assieme a Claudio e Alessandro che corrono veloci al cambio. Silvia grida «Dai che ce l'hai fatta!!». Esco dall'acqua in ginocchio e comincio a ridere . Per un attimo sperimento una gioia profonda e speciale: ho superato il peggio! Ora devo solo cambiarmi i vestiti e salire in bici. Silvia, Andrea, Riccardo, Tiziana, Monica, la corsia 8 tutti i miei amici erano li contenti che avevo finito il nuoto. Faccio il cambio tranquilla e parto con la mia Focus e i panini con bresaola che Silvia mi ha preparato. Dopo 20 km arrivo a Gigi Azzolini, lo saluto, dopo 100 km arrivo Giuseppe e Moggio e pensavo due giri da 90km ce la posso fare. Le ore passano, mangio, bevo e sembra che recupero le forze; sembra che ho ripreso un buon equilibrio. 115 km e ancora salite con il vento in faccia e il sole che picchia. Le gambe rispondono bene continuo a superar persone attenta a non prendere penalità. Grido parole di incoraggiamento ad uno che supero . «Vai! 150 km??… 160 km?... 170km … si (credo?), ci siamo 180km… SI!! » Ahi, come mi fa male il sedere, ma che mi importa, sono in gara! Devo solo cambiarmi e cominciare a correre. Parto di corsa, mi fanno male le costole, ma almeno le gambe «girano». Sono stanca ma contenta perché di corsa vedo Silvia e tutti i miei amici che mi danno coraggio; mi sento abbastanza sicura e sono ancora in gara. Quattro giri per un totale di 42 km ed è fatta. Ogni giro un bracciale di colore diverso. A 10 km tutto è tranquillo, passo Claudio tutto felice. A 15 km stò pensando che sarebbe stato meglio fermarsi; Riccardo mi dice che Piera e Gessica sono davanti, prendo forza, abbasso lo sguardo e via decisa. Quasi 20 km e sento tutto il corpo cominciare a stare male, non ho più voglia di bere o mangiare. Arrivo Piera e poi Gessica e decidiamo di farla assieme; mi sforzo a bere e bagnarmi. Piera non la vedo più. Con Gessica arriviamo Ale che cammina lo incitiamo a farla con noi ma nulla e via di nuovo. Poi Gessica molla e cammina un attimo, quel tanto che alla fine le ho dato 4 minuti. Parlo con il mio corpo e felice supero atleti, vedo anche Gigi al primo giro io ero all'ultimo. Mi fermo in bagno due volte e hai ristori bevo e mi bagno continuamente. I chilometri non passano mai, la parte della gara che «doveva» essere «mia» è diventata un calvario. Nella testa non c'è niente chiaro; solo un pensiero: «Non fermarti» Ripetuto mille volte. Comincio ad ogni passo ad assaporare il successo: ce l'ho fatta!!! Il dolore, il caldo e la fatica mortale sembrano svaniti e vedo e sento solo l'arrivo. 3 ore 55 la maratona.
Le persone a me care erano all'arrivo che mi aspettavano io con le lacrime agli occhi e sorridendo l'ho finita ringraziando il Signore per tutto. Stò veramente godendo questo momento, per avere realizzato un sogno. Passo la striscia, ricevo la medaglia al collo ed è fatta; 11ore e 45 minuti!
Prendo il cell, Telefono a Aurelio e alla mia mamma le dico che l'ho finita correndo a ritirare il diploma la maglia di finisher e a far la doccia e penso penso penso……….
Però, devo ancora ritirare tutte le varie borse, dare un documento per avere la bici indietro e poi ancora arrivare (con tutte queste cose in braccio) al campeggio dove mi aspetta una notte di diluvio universale e dormire in 4 nel furgone. Distrutta ma felice arriva mattina a tutti assieme a far colazione prima della partenza per casa a raccontare, raccontare e ancora raccontare.
Ma non importa se ho male da per tutto se devo guidare al rientro se piove che non vedo nemmeno dove vado in autostrada, sono una donna FELICE!! Ha ceduto il mio fisico ma la mia testa ha retto.
GRAZIE A TUTTI PER IL SUPPORTO.